Con It Takes an Island to Feel This Good l’artista montenegrina ricostruisce un archivio di memoria collettiva, tra pittura e scultura, al Complesso dell’Ospedaletto.
Darja Bajagic (Podgorica, Montenegro, 1990) è stata selezionata per rappresentare il Montenegro alla 60. Biennale Arte con il progetto It Takes an Island to Feel This Good, curato da Ana Simona Zelenovic e organizzato dal Museo d’Arte Contemporanea del Montenegro su iniziativa del commissario Vladislav Šcepanovic. L’artista, in linea con la sua ricerca, sviluppa una riflessione critica sulla cultura della memoria collettiva e sul rapporto con il patrimonio storico condiviso. Punto di partenza per le sue composizioni visive, che fondono pittura e scultura, è l’approfondita ricerca di materiale d’archivio, che ha permesso a Bajagic di ricostruire e ora restituire negli spazi del Complesso dell’Ospedaletto, dove il Padiglione ha trovato la sua sede, la storia complessa dell’isola montenegrina di Mamula.
Il forte Mamula è legato all’idea di “straniero” in quanto è stato costruito dall’Impero austro-ungarico, prendendo il nome attuale dal generale che ne ha curato la costruzione; convertito in campo di concentramento dalle forze fasciste del Regno d’Italia di Benito Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale, e rivitalizzato, a partire dal 2016, con l’aiuto di investimenti stranieri. Il progetto solleva questioni filosofiche sulla posizione dell’Altro, indagando come la determinazione di questa posizione condizioni le relazioni di potere nella società. Utilizzando come contenuto la storia e lo stato attuale di Mamula, It Takes an Island to Feel This Good di Bajagic´ scava e affronta con coraggio questioni complesse, ponendo domande come se la precondizione del male sia, da un lato, la noncuranza della storia o, dall’altro, la sua mercificazione.