Essenzialmente autodidatta e di origini proletarie e indigene, Djanira è stata etichettata dalla critica come artista “naive” o “primitiva”, vedendo simbolicamente cancellata la sua opera dal canone dell’arte brasiliana. Il suo lavoro inizia durante la modernizzazione del Brasile degli anni ‘40, un periodo caratterizzato dal dibattito e dal confronto tra arte nazionalista figurativa e tendenze costruttiviste. La sua ispirazione deriva dalle radici profonde della cultura popolare e indigena brasiliana, di cui riflette e rielabora la ricca eredità espressiva e spirituale.