Da Čajkovskij al crollo dei regimi, Anna Jermolaewa esplora la relazione tra arte e attivismo intrecciando esperienze personali e riflessioni storiche.
Anna Jermolaewa, nata a Leningrado nel 1970, dal 1989 è rifugiata politica a Vienna a seguito delle accuse di propaganda antisovietica. Artista concettuale combina installazioni, video e fotografia, mantenendo sempre una sottile vena ironica. Il suo contributo alla Biennale 2024 risponde in modo incisivo ai temi della migrazione e della resistenza, in sintonia con il fil rouge della mostra di Adriano Pedrosa. A Language of Resistance si compone di cinque installazioni distribuite tra le diverse sale e il cortile interno del Padiglione Austria, tutte accomunate dal tema della resistenza non violenta, un argomento di pressante attualità che l’artista tratta da anni nelle sue opere multimediali. Jermolaewa, nota per il suo impegno politico e sociale, esplora con queste opere la relazione tra arte e attivismo, intrecciando esperienze personali e riflessioni storiche. Rehearsal for Swan Lake (2024), realizzata in collaborazione con la ballerina e coreografa ucraina Oksana Serheieva, rievoca il ricordo d’infanzia dell’artista, quando alla televisione sovietica veniva trasmesso di continuo il balletto Il lago dei cigni di Čajkovskij durante i momenti di crisi politica, come il crollo di regimi, diventando un codice per i capovolgimenti del potere. In questo contesto il balletto assume il ruolo di simbolo di cambiamento politico e viene reinterpretato come un atto di resistenza. Il video, lo specchio, la sbarra e lo spazio vuoto creano ancor più il senso del tempo passato e presente: si fan le prove per un cambio di regime. Nel video Research for Sleeping Position l’artista viene ripresa con telecamera fissa mentre cerca di riposarsi sulle panchine coi dissuasori nella stazione di Vienna, dove dormì per settimane al suo arrivo in Austria. Anche qui il tempo gioca un ruolo importante, coinvolgendo empaticamente lo spettatore e riportando la mente a situazioni contemporanee. In Unione Sovietica era vietato possedere album di musica occidentale rock o jazz. Per sovvertire il divieto gli ingegneri del suono sovietici inventarono un modo per copiare gli album su pellicole radiografiche scartate dagli ospedali. Ribs (2022/24) mostra queste lastre sul visore per radiografie di un medico, mentre alcune pellicole radiografiche vengono riprodotte una volta al giorno su un giradischi. Un’altra opera significativa, The Penultimate (2017), si compone di una serie di piante e di vasi con mazzi di fiori (tra cui gelsomini, garofani, rose, tulipani), ciascuno di essi rappresentante una “rivoluzione colorata” o una sollevazione popolare legata a un particolare contesto storico. Dai garofani della Rivoluzione dei Garofani in Portogallo, ai fiori di loto della Primavera Araba, questa natura morta floreale incarna il potere simbolico delle rivolte popolari contro i regimi autoritari.