(2023, Polonia, Svezia, 132')
Coprendo un arco temporale lungo quarantacinque anni, il film segue la storia, in parte realmente accaduta, di Adam, che in una piccola città polacca fa del suo meglio per essere un buon marito e un buon padre, nonostante il suo cuore sia agitato da sentimenti contrastanti. In quel corpo da uomo, Adam è sempre più a disagio, sente che non gli corrisponde, non gli permette di esprimere la propria identità.
Il duo di registi polacchi Szumowska-Englert porta sul grande schermo la storia di un transessuale che, da adulto e sposato, decide di compiere il grande passo in uno dei paesi più transfobici d’Europa, dopo aver trascorso la vita a lottare con la burocrazia e l’ottusità della gente.
Non un film militante, ma un melodramma sulla famiglia e le relazioni, sulla vera identità celata per così tanti anni. Due persone che si amano e vogliono solo essere sé stesse: nel mondo moderno, nel centro dell’Europa, sembrerebbe facile, ma la realtà dimostra che c’è un prezzo da pagare.
Małgorzata Szumowska, regista, sceneggiatrice e produttrice polacca, collabora da decenni con il direttore della fotografia Michał Englert (suo marito dal 2001 al 2008). Insieme realizzano il primo film che li porta al successo in patria, 33 sceny z zycia (2008), Premio speciale della giuria a Locarno, e nel 2016 Cialo, Orso d’argento per la regia a Berlino, premiato anche con un EFA. Insieme vincono anche l’Orso d’Argento con Mug – Un’altra vita nel 2018.
A Lido Szumowska torna poi nel 2020 a presentare Never Gonna Snow Again in concorso, di nuovo al fianco di Englert.