A piedi scalzi

Susanna Nicchiarelli porta Santa Chiara a Venezia 79
di Loris Casadei
  • venerdì, 9 settembre 2022

In una miniatura del XV secolo custodita presso la Badische Landesbibliothek di Karlsruhe vediamo una Chiara bambina con una ricca veste celeste – il colore della veste della Madonna – contare su un canestro i sassolini come sgranasse un rosario. Alla parete un Crocefisso e un angelo che suona il liuto. Molto bella, ma nulla ci dice della vita di Chiara, se non che provenisse da facoltosa famiglia.
Così molte delle informazioni storiche sulla vita di Chiara sono sfuocate o contraddittorie. Prendiamo il cilicio, strumento classico di penitenza, più volte menzionato da un non ancora accertato agiografo attivato su committenza del pontefice Alessandro IV. Esso mai viene citato né dai servitori di casa, né dalle monache del convento nelle loro testimonianze. Esame accurato di tutte le fonti lo fornisce la medievalista Chiara Frugoni nel suo saggio Una solitudine abitata. Chiara d’Assisi (Laterza Editori, 2006).
Le notizie ci sono, ma sono torbide, incluse quelle emerse durante il Processo di canonizzazione, che durò oltre quattro giorni e vide sfilare come testimoni tutti coloro che con Chiara avevano vissuto.
Torbide perché l’epoca è intrisa di conflitti, ad iniziare da quelli cittadini, tra popolo grasso e famiglie nobiliari e fra nascenti autorità comunali, nel nostro caso feroce la contesa fra Assisi e Perugia. Ricordiamo l’opera di Francesco per portare una pacificazione coronata dalla lettura in piazza del Cantico delle Creature. Ma ancora più feroce fu il contrasto in questo secolo tra la Chiesa ormai totalizzante, con la ricchezza esuberante dei suoi monasteri, e i movimenti eretici che criticavano l’attaccamento ai beni terreni. Ricordiamo tra tutte la crociata del 1209 di Innocente III contro i Catari e lo sterminio di numerose popolazioni.
Il movimento francescano si poneva come riformatore, per una nuova povertà evangelica, ma nello stesso tempo dichiarava la propria fedeltà alla Chiesa.
Atteggiamento ambiguo, come ambigua fu la risposta del Papato. Morto Francesco, nacquero immediatamente conflitti per abbandonare le severe regole di povertà imposte dal fondatore dell’ordine religioso. Chiara fu colei che proseguì nella originaria direzione indicata da Francesco.
Irrisolto il rapporto tra Chiara e Francesco. Tutte le storie sono molto caute al riguardo, soprattutto quelle relative alla fuga da casa di Chiara per raggiungere Porziuncola. Forte fu il tentativo di Gregorio IX di spezzare questo legame e altrettanto forte la risposta di Chiara nel rivendicare la bontà di quel nutrimento spirituale. Lo stesso Gregorio che con la bolla Ad Audentiam del 1241 ordina a tutti i vescovi di intervenire contro quelle donne «discalceate, chordularie, minoretae», come venivano chiamate le religiose che non osservavano la clausura ma vagavano a piedi nudi, vestite come monache e con il cordone francescano.
Storia accurata quella di Chiara della Frugoni, dove non solo le fonti sono esaminate, ma anche le splendide illustrazioni di vetrate, affreschi, tavole e miniature, che spesso sono la spia delle contraddizioni che avvolgono la figura della Santa.

CHIARA

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