Torna da marzo a maggio la rassegna cittadina che regala al pubblico i grandi classici del cinema, restaurati dalle maggiori istituzioni del settore.
Sta assumendo i contorni di un’attività stabile la rassegna Classici Fuori Mostra (che non a caso ha assunto il nome di Festival permanente del cinema restaurato), proposta per la prima volta nel 2020 con l’intento di ‘alleggerire’ temporaneamente il primo Festival post lockdown. Aggiungiamo quindi una voce alla breve lista di cose buone nate dalla pandemia. Ora che la sezione dei Classici è tornata nella sua giusta casa settembrina al Lido, possiamo comunque godere annualmente di una rassegna cittadina dedicata a film storici restituiti a nuova vita, curata dalla Biennale in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e con l’Università IUAV. La formula è questa: il restauro deve essere recente anche se non necessariamente esclusivo (molti titoli presenti sono già passati in altri importanti festival europei); ogni film – in versione originale con sottotitoli – è introdotto da un giornalista, critico o esperto di cinema; alla fine di ogni proiezione il pubblico ha la possibilità di intervenire con domande o commenti.
Come sottolinea Alberto Barbera, la rassegna assume un particolare valore «perché offre l’opportunità preziosa di vedere film perfettamente restaurati nelle migliori condizioni a cui possono aspirare: una sala cinematografica adeguatamente attrezzata, la presenza di un pubblico appassionato e attento, la presentazione di un critico che si presta anche a guidare la discussione che fa seguito alla proiezione. Un vecchio schema, si dirà: il quale, tuttavia, non solo non ha perso la sua efficacia, ma sta dimostrando di essere se non la ragione principale, almeno un buon motivo per convincere potenziali spettatori ad abbandonare le comodità della visione domestica per affrontare l’esperienza gratificante della ‘vecchia’ sala cinematografica».
L’appuntamento spezza piacevolmente la settimana, ogni mercoledì fino al 17 maggio alle 19 al Cinema Rossini. Si parte il 2 marzo con Il conformista di Bernardo Bertolucci (1979, restauro a cura di Cineteca di Bologna/Minerva Film), con Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli e Dominique Sanda. Seguono l’8 marzo la Parigi post-sessantottina e ‘vampiresca’ di Jean Eustache (La maman et la putain, 1973, restauro a cura di Les Films du Losange) e, il 15 marzo, le ambientazioni ‘acquatiche’ del penultimo film di Andrej Tarkovskij, Nostalghia (1983, restauro a cura di CSC – Cineteca nazionale), co-sceneggiato da Tonino Guerra e girato in Italia fra luoghi di decadente bellezza, come la chiesa sommersa di Santa Maria in Vittorino, le rovine dell’Abbazia di San Galgano e la cripta di San Pietro a Tuscania. La programmazione di marzo si conclude il 29 con Accattone, il folgorante esordio alla regia di Pier Paolo Pasolini.
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