Distanza ravvicinata

Il jazz di Rita Marcotulli allo Squero
di Davide Carbone

Sile Jazz arriva in laguna portando allo Squero un nome di punta della scena jazz italiana e internazionale: Rita Marcotulli l’11 giugno incontra il pubblico in un concerto a forti tinte autobiografiche dal titolo emblematico: Autoritratto.

«L’improvvisazione jazz attiva una serie complessa di interscambi. Vi è un livello ‘intramusicale’, in cui i musicisti dialogano tra di loro sulla base di sensibilità e competenze condivise che generano uno scambio comunicativo e sociale complesso all’interno del gruppo, poiché i musicisti mettono in gioco le proprie idee, le proprie esperienze, al fine di attivare un dialogo ora armonioso, ora conflittuale; un secondo livello è quello ‘intermusicale’ che abbraccia l’appropriazione della scrittura e della riscrittura di un brano, la sua reinvenzione; la terza è la completa ‘liberazione’ di un brano che si apre all’interazione con l’ascoltatore che parteciperà creativamente, secondo il suo sentire e sapere, alla rinascita della forma e del senso». Così Rita Marcotulli, pianista jazz di razza pura e autentico ‘nome’ della scena musicale italiana, descrive una magia che ad ogni concerto si rinnova, quel momento in cui artista e spettatore si incontrano sul crinale dello scambio espressivo più autentico, non necessariamente musicale.Nata a Roma e fin da subito a proprio agio davanti ad una tastiera, con conoscenza reciproca approfondita all’Accademia musicale di Santa Cecilia, la sua alta ‘gavetta’ colleziona nomi del calibro di Chet Baker e Billy Cobham, Pat Metheny, Michel Portal ed Enrico Rava, Norma Winston e Joe Lovano, compagni di strada che hanno scritto pagine memorabili del repertorio jazz contemporaneo. E quando la sentiamo parlare di ‘sensibilità e competenze’ faremmo bene quindi a tenere le orecchie bene aperte, o quantomeno a prenderci la briga di andare a leggere il suo straordinario curriculum vitae per apprezzarne la multiforme qualità.La sua straordinaria carriera, caratterizzata da lunghi e proficui tour mondiali, le conferisce una prospettiva stilistica capace di farle affrontare con la stessa efficacia progetti propri nel jazz e collaborazioni con autori della canzone italiana ed internazionale quali Pino Daniele e Giorgio Gaber, Gino Paoli e Noa, nonché di assecondare al meglio un’attenzione particolare per il mondo del cinema. La colonna sonora da lei curata del film Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo le ha fruttato un Ciak d’Oro, un Nastro d’Argento e il David di Donatello come miglior musicista, prima donna in assoluto a ricevere questo premio. Difficile immaginare un ‘esercizio’ migliore di una colonna sonora per dare risalto e concretezza alla propria sensibilità musicale, ma non solo. Ancora più difficile immaginare una carriera più emblematica di quella di Rita Marcotulli per descrivere una fuoriclasse musicale a tutto tondo, oltre i confini del jazz. L’11 giugno allo Squero, grazie ad Asolo Musica, il suo concerto Autoritratto ci semplifica le cose.