Romanzo surrealista

In mostra a Palazzo Franchetti tra Lee Miller e Man Ray
di Aurora Sartori

Lee Miller – Man Ray. Fashion, Love, War, a Palazzo Franchetti fino al 10 aprile, attraverso 140 fotografie, oggetti d’arte e documenti video, offre un iconico e imperdibile viaggio tra gli anni ‘20 e ‘40 del Novecento alla scoperta della prima foto reporter donna.

Lee Miller, donna splendida, inizialmente prestata alla moda grazie proprio alla sua evidente bellezza, complice una grande determinazione e un incredibile talento, ha attraversato posizioni per così dire opposte tanto da essere allo stesso tempo protagonista di primo piano e personaggio defilato, esaltata e celata. Modella e soprattutto fotografa, fu lei a scoprire e a ispirare la tecnica fotografica della solarizzazione che Man Ray adottò come firma artistica e per la quale si contraddistinse. Lee Miller – Man Ray. Fashion, Love, War, curata da Victoria Noel-Johnson e realizzata grazie a Lee Miller Archives e Fondazione Marconi, a Palazzo Franchetti fino al 10 aprile 2023, attraverso 140 fotografie, diversi oggetti d’arte e svariati documenti video, offre un iconico e imperdibile viaggio tra gli anni ‘20 e ‘40 del Novecento tra emozioni e atmosfere artistiche irripetibili.

Lee Miller and Agneta Fisher, Vogue 1932 © George Hoyningen-Huene Estate Archives

Protagonista Lee Miller e il tormentato rapporto con Man Ray, sodalizio amoroso ma soprattutto artistico, che ha influenzano ampiamente entrambi e che continuerà a lungo ben oltre la loro separazione. La mostra apre con l’esplosione della carriera di Miller come modella negli anni ‘20, quando incontra il famoso editore Conde Nast che la ingaggia per «Vogue»; anni parigini in cui lavora con il celebre fotografo di moda George Hoyningen-Huene rendendo immortali alcuni suoi scatti (esposti in mostra), che richiamano platealmente l’attenzione sulle avanguardie dell’epoca. Proprio questo elemento pone le basi per il passaggio successivo, il vero focus della mostra, ovvero quel clima irripetibile d’avanguardia quando Miller diventa musa e amica di Max Ernst, Pablo Picasso, Salvador Dalì e Jean Cocteau, che la coinvolge nel suo film surrealista Le sang d’un poète, e nasce il già citato rapporto con Man Ray.
Dal 1929 al 1932, breve ma intenso, l’incontro porterà i due artisti a legarsi indissolubilmente per il resto della vita. In mostra le creazioni surrealiste di Lee Miller fino agli scatti delle famose “vacanze surrealiste” dell’estate del 1937 tra la Cornovaglia e il sud della Francia insieme a Ernst, E.L.T. Mesens, Man Ray e Leonora Carrington oltre a Pablo Picasso, Dora Maar, Eileen Agar e il suo futuro secondo marito, l’artista britannico surrealista Roland Penrose.

Man Ray Le baiser (Lee Miller) 1930 (c.1980) Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022

È il momento successivo alla relazione con Man Ray, quando Miller torna a New York e apre un suo studio fotografico di successo, periodo in cui Man Ray, accecato dall’ira per la separazione da Lee, nell’intento di cancellarne il ricordo, sostituisce nel 1933 l’occhio sul braccio del suo celeberrimo metronomo Perpetual Motif (Moto perpetuo) con quello dell’amata.
Infine, il trasferimento a Londra, dove lavora come fotografa per «British Vogue», per poi divenire fotoreporter di guerra durante il Secondo Conflitto mondiale, accreditata presso l’esercito americano. Dalle immagini scattate durante il blitz di Londra alla liberazione di Parigi, passando per le atrocità dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau, che la destabilizzeranno per tutta la vita, fino al 1945 quando realizza l’iconico scatto nella vasca da bagno del Führer nella sua casa a Monaco di Baviera, per cercare idealmente di lavare via l’orrore del Nazismo.
La mostra è un affascinante romanzo: fatti, emozioni, ricordi e avanguardie, celebri volti e un amore autentico e vivido quasi quanto una fotografia.

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