Stream of consciousness

In mostra all'M9 Letizia Cariello insegue la materia del tempo
di Mariachiara Marzari

Dal 17 settembre M9 – Museo del ‘900 di Mestre presenta la prima mostra personale di Letizia Cariello (Letia), Fuso orario, un’installazione site-specific che riflette una meditazione sul tempo e sul suo scorrere.

Un’installazione site-specific formata da una sequenza di cinque sculture “apparentemente” uguali, che continuano la serie dei Volumi, opere che nella loro essenza e forma richiamano i principi della Geometria Spirituale, costituisce il nucleo della mostra Letizia Cariello (Letia). Fuso orario, a cura di Luca Molinari e Leonardo Regano, in collaborazione con la galleria Studio G7 di Bologna, all’interno delle iniziative di Level 0 di ArtVerona, che M9 inaugura il 17 settembre.La ricerca dell’artista milanese esplora attraverso diversi media – disegno, installazione, fotografia, scultura e video – la relazione fra spazio interno e spazio esterno. Il tentativo di intercettare la consistenza materiale del tempo si concentra nell’inseguimento delle tracce che il tempo lascia, segnandolo con scrittura, oggetti e materia. Scopo di questo processo è la continua ricostruzione di legami, connessioni, relazioni, attraverso l’identificazione e la letterale ricucitura di oggetti e spazi, sia nel macro che nel micro: dagli alberi alle teiere, dalle tazzine alle fotografie ricamate.In mostra all’M9, i Calendari, dischi in marmo policromo posti sopra strutture solide, su cui l’artista ha inciso una sequenza di numeri e lettere, sono una meditazione personale sul tempo e sul suo scorrere. Il più duro dei materiali accoglie così nella sua fermezza la traccia di un concetto che è sfuggente per sua stessa definizione. Quello che ritroviamo scolpito sul marmo è il tempo che Bergson indica della coscienza, un tempo soggettivo, fatto di un fluire continuo e non scomponibile di eventi, contrapposto al rigore della misurazione scientifica.È il tempo dell’Io, che accoglie nel suo scorrere la concessione all’errore, al ripensamento, all’intenzione mancata. Il suo fluire non è lineare né tanto meno circolare. È un andare e venire tumultuoso che si rapporta al ritmo della propria intimità. È un Fuso Orario individuale che segna la differenza tra le nostre esistenze. Letizia Cariello (Letia) si pone un obiettivo, una data nel futuro, e la raggiunge raccontando il suo percorso interiore in quel codice alfanumerico inciso sul marmo. La sua “camera della mente”, rifugio per l’anima, è lì, davanti al visitatore che non deve cercare di decifrare, ma percepire l’essenza di un ritmo senza tempo e fuori dallo spazio, senza un prima e senza un dopo, connettendosi con il flusso continuo dell’esistenza.