Punti di fuga

All’Ospedaletto CON/temporaneo Penumbra avvia l’atteso public program
di Redazione VeNews

Appuntamenti con gli artisti per indagare in profondità la mostra Penumbra, ideata e promossa da Fondazione In Between Art Film e curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi.

Secondo la prospettiva lineare, il punto di fuga è quel luogo, tanto reale quanto virtuale, dove gli elementi di un’immagine convergono sulla linea dell’orizzonte. È quel punto ideale e universale da cui dipende la costruzione dell’immagine che l’occhio è invitato a guardare. Tuttavia, è anche il luogo dove paradossalmente la visione si esaurisce.Parte da questa cornice interpretativa l’iniziativa Vanishing Points, l’atteso programma pubblico di incontri interdisciplinari a cura di Bianca Stoppani e Paola Ugolini, che nei prossimi mesi insieme a curatori, ricercatori e pensatori internazionali andrà ad indagare in profondità la mostra Penumbra, ideata e promossa da Fondazione In Between Art Film e curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, una delle più “attese” di questa Biennale Arte e ora una delle più visitate. Negli spazi monumentali del Complesso dell’Ospedaletto otto artisti – Karimah Ashadu, Jonathas de Andrade, Aziz Hazara, He Xiangyu, Masbedo, James Richards, Emilija Škarnulyte, Ana Vaz – offrono attraverso le loro opere personalissime visioni del contemporaneo al confine tra luce e ombra, tra natura e uomo, tra individuo e collettività, tra guerra e pace, tra storia e presente, tra sogni e realtà, tra particolare e generale, tra umano e animale. Vanishing Points, partendo proprio dalle opere e dagli artisti in mostra, guarda ai punti di fuga materiali e metaforici, riconoscendo e confrontandosi con una molteplicità di prospettive su temi sensibili come l’attivismo, l’estetica, l’eco-critica, la geopolitica, la filosofia, il post-colonialismo, la pratica spaziale critica e la cultura visiva. L’obiettivo del programma pubblico è quello di incoraggiare nuovi incontri e scambi di idee inaspettati sulla produzione culturale attraverso conversazioni, programmi di proiezioni, performance e letture dal vivo.Il primo appuntamento, il 9 giugno, offre un dialogo tra Osei Bonsu, curator of International Art presso la Tate Modern di Londra, e Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), artista britannico-nigeriana, autrice in mostra dell’opera Plateau (2021), un’esplorazione lirica e investigativa del rapporto tra paesaggio e corporeità, che mette al centro della storia un gruppo di minatori di stagno indipendenti e privi di permessi nella regione nigeriana del Jos Plateau. Il secondo è previsto per il 23 giugno e vede protagonisti il curatore Jacopo Crivelli Visconti e l’artista Jonathas de Andrade (1982, Brasile), che presenta all’Ospedaletto Olho da Rua [Ad Alta Voce] (2022), ambientato in una piazza pubblica di Recife, dove vanno in scena una serie di atti performativi incentrati su dinamiche collettive ed esercizi di sguardo con la partecipazione di un gruppo di senzatetto. La prima parte del public program si completerà il 2 luglio con la conversazione tra la curatrice Filipa Ramos e Ana Vaz (1986, Brasile), presente in Penumbra con È Noite na América (2021), in cui viene documentata la vita dello Zoo di Brasilia e in particolare la messa in salvo di centinaia di specie di animali sfuggite dalla violenza dell’industria agro-alimentare, dell’urbanizzazione e dell’inquinamento conseguente nel Cerrado brasiliano.Gli appuntamenti proseguiranno durante i mesi di settembre e ottobre con la partecipazione di: Cristina Baldacci, Maria Malvina Borgherini, Lara Conte, Formafantasma, Francesca Gallo, Aziz Hazara, Natasha Ginwala, He Xiangyu, Hou Hanru, Beatrice Leanza, Masbedo, Marina Otero Verzier, Ippolito Pestellini Laparelli, Andrea Pinotti, James Richards, Susan Schuppli, Emilija Škarnulyte, Federica Timeto e Kathryn Weir.