Le ali della malinconia

Il fado intimo di Mariza incontra Incroci di Civiltà
di Davide Carbone
trasparente960

Intervistiamo Mariza, straordinaria performer che con il suo fado apre l’edizione 2023 del festival letterario internazionale curato dall’Università Ca’ Foscari.

In vent’anni di carriera, la passione per il fado e una forte personalità musicale hanno portato Mariza alla ribalta internazionale. Tutto è iniziato con il suo primo album, Fado em Mim, pubblicato nel 2001, che l’ha rapidamente condotta a una serie di apparizioni internazionali di grande successo e le ha fatto guadagnare il premio della BBC Radio 3 come Miglior Artista Europeo nella categoria “World Music”. Fado em Mim è stato un album che ha rivelato una giovane cantante dalla voce ricca e vibrante e dalla forte personalità artistica. Nonostante cantasse molte delle canzoni più conosciute del repertorio di Amália Rodrigues, il suo approccio alla tradizione del grande fado era già così personale da scacciare facilmente l’idea che la stesse meramente imitando. La carriera di Mariza è costellata di successi, fra album multiplatino e apparizioni su alcuni dei palcoscenici più importanti del mondo come l’Olympia di Parigi, l’Opera di Francoforte, la Royal Festival Hall di Londra, la Sydney Opera House, la Carnegie Hall di New York, la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, in quest’ultimo caso con una scenografia appositamente disegnata per lei da uno dei più bravi architetti del mondo, Frank Gehry. Fra i suoi partner musicali troviamo Jacques Morelenbaum e John Mauceri, José Merced e Miguel Poveda, Gilberto Gil e Ivan Lins, Lenny Kravitz e Sting, Cesária Évora e Tito Paris, Carlos do Carmo e Rui Veloso. Il suo repertorio, pur essendo saldamente radicato nel fado classico e contemporaneo, si è evoluto nel tempo includendo nuovi generi musicali come morna capoverdiana, classici brasiliani e spagnoli e altri brani a lei cari. Mariza si è rivelata essere una grande artista internazionale, molto originale ed estremamente dotata, dalla quale aspettarsi ancora molto per il futuro. Ha celebrato il ventesimo anniversario della sua carriera e il centenario della nascita della Regina del fado, Amália Rodrigues, con Mariza Sings Amália, il suo primo album completo di classici, pubblicato nel 2021 da Nonesuch/Warner Bros. Records. Grazie ai suoi album, acclamati anche dalla critica, e alle sorprendenti collaborazioni che ha intrecciato, Mariza ha accresciuto la passione per il fado, proprio come aveva fatto la Rodrigues, diventando la più illustre ambasciatrice del XXI secolo della musica portoghese nel mondo, come Amália lo era stata nel XX secolo. Troviamo la cantante portoghese in concerto al Malibran il 29 marzo e la intervistiamo per voi, in un evento firmato da Veneto Jazz in collaborazione con Fondazione di Venezia e Teatro Stabile del Veneto nell’ambito di Incroci di civiltà, il Festival Internazionale di Letteratura organizzato da Università Ca’ Foscari e Comune di Venezia.

Come si è avvicinata al repertorio del fado e come si è evoluto, negli anni, questo genere a contatto con le musiche del mondo?
Il fado per me rappresenta la mia infanzia. I miei genitori avevano un locale di fado e una delle prime memorie che ho di me da bambina è di quando cercavo di sottrarmi all’ora della nanna e andare di nascosto a sentire la musica. Ho cominciato a cantare proprio lì, nel locale dei miei, ma all’epoca lo facevo per divertimento e non pensavo ancora potesse un giorno diventare la mia carriera. Ogni giorno che passava aumentava la mia passione per la musica e oggi non potrei immaginare la mia vita senza di lei.

Qual è secondo lei l’aspetto che rende questa musica capace di attraversare le epoche incontrando sempre l’interesse vivo, contemporaneo del pubblico?
Il fado parla della vita, della gelosia, della melanconia e dell’amore, per questo può essere capito da tutti, e non è neanche necessario capire il portoghese perché il fado parla la lingua del cuore.

Il suo album del 2020 Canta Amalia rende omaggio ad una leggenda, riuscendo tuttavia ad offrire interpretazioni assolutamente originali e fuggendo sempre al rischio della mera imitazione. Ci parli di questo progetto e dell’importanza della figura di Amàlia Rodigues per lei e per la sua opera.
Benché avessimo sempre ascoltato il fado in casa, la maggior parte delle volte si trattava di voci maschili. La prima volta che ho ascoltato Amália ero già ragazza. Ero andata in un locale del centro e la canzone era Barco Negro. Stupenda. Amália è e sempre sarà un’icona del fado, una persona che ha segnato un’epoca. Le novità che ha portato hanno lasciato un’eredità meravigliosa che ciascuno di noi può far sua a proprio modo.

I suoi maestri, le sue fonti di ispirazione, della tradizione e della contemporaneità, oltre Amalia.
Mia madre, Carlos do Carmo e tutte le voci che si siano mai sentite nel locale dei miei genitori. Anche oggi c’è un gran numero di bellissime voci fado, una generazione di nuovi artisti che fanno cose stupende.

Il concerto del 29 marzo al Malibran apre il Festival letterario Incroci di Cività. Quale il suo rapporto con la letteratura e quanto a suo avviso l’arte dello scrivere influenza la scrittura per la musica, o comunque il fare musica più in generale.
Ho cantato sulle parole di alcuni dei più grandi poeti portoghesi, come Fernando Pessoa o Luís de Camões, lungo tutto l’arco della mia carriera. Sarò sempre una grande appassionata di poesia portoghese e questa sarà sempre presente nei miei lavori.

Cantare a Venezia, quali emozioni le suscita questa città?
È una città così bella, famosa nel mondo per i suoi modi così particolari e così romantici. Sono stata molto fortunata ad aver visitato Venezia nel passato ed è un privilegio poterci tornare per cantare, e in questo teatro, poi! Spero di offrire al mio pubblico una serata di musica indimenticabile. Musica, amore, gioia, e amicizia.