Entrata di diritto nel gotha surrealista con Leonora Carrington, Dorothea Tanning e Dora Maar, Bona ha costeggiato il secondo Surrealismo, l’Informale materico, l’assemblage, lasciando l’Europa per dirigersi oltre Atlantico. La sua opera scaturisce da una ricerca di sé “alchemica”, che trova nei temi della metamorfosi, del totemismo animale e del fantastico gli strumenti per esprimere un’identità frammentata, caleidoscopica. Dagli anni ‘70 l’artista si identifica con la lumaca, animale ermafrodita e figura ambivalente, al contempo amichevole e ripugnante, simbolo dell’androgino, insieme fragile e forte, che ben restituisce il perpetuo agitarsi della sua mente inquieta.