Nato nell’alveo del Surrealismo egiziano, mette in scena nelle sue tele narrazioni oniriche, in gioventù cariche di colori saturi e poi con la maturità sempre più evanescenti. Territori metafisici à la de Chirico, personaggi lunari, paesaggi immersi in una luce acquatica. Dall’Egitto in Iraq, di nuovo in Egitto e quindi a New York dove, ultranovantenne, sta registrando una tardiva considerazione, culminata in una recente mostra al MoMA.