Tubi di vetro che lampeggiano alla presenza di muoni o che trasportano acqua marina proveniente dalla Corea e da Venezia, estensioni cinetiche che si allungano come nervi lungo la superficie del Padiglione, sculture viventi dai colori cangianti a base di acqua e vermiculite: inoltrandosi nel mondo dei materiali, Yunchul Kim (1970) realizza sette installazioni di grandi dimensioni, interconnesse tra loro come un unico corpo organico. Le opere invitano i visitatori a entrare in un universo alternativo in cui energia, materia e vita coesistono secondo una poetica cara all’artista, il cui lavoro guarda al complesso intreccio tra gli esseri estendendolo spesso anche al non umano e agli oggetti.