Terra cruda

L’Irlanda “romantica” di Eimear Walshe
di Redazione VeNews

Il progetto del Padiglione irlandese esplora i giochi di potere che si creano attorno alla costruzione collettiva di edifici tramite la tradizione dei “meitheal”, gruppi di lavoratori che si riuniscono per aiutarsi reciprocamente.

Una scultura immersiva, che si compone di un’installazione video multicanale e di una colonna sonora operistica, occupa letteralmente lo spazio espositivo del Padiglione Irlanda all’Arsenale. È Romantic Ireland, che da il titolo anche al Padiglione, dell’artista Eimear Walshe, la cui pratica spazia dal video alla scultura, dall’editoria al suono e alla performance, con colonna sonora composta da Amanda Feery su libretto della stessa Walshe. Curato da Sara Greavu e dal Project Arts Centre, promosso da Culture Ireland in partnership con Arts Council of the Ireland, il progetto di Eimear Walshe esplora i complessi giochi di potere che si creano attorno alla costruzione collettiva di edifici tramite la tradizione irlandese dei “meitheal”, gruppi di lavoratori – vicini, amici e parenti – che si riuniscono per aiutarsi reciprocamente. Il tema, che prende le mosse dall’attuale crisi abitativa in Irlanda, si sviluppa attraverso un’installazione audiovisiva multicanale ambientata in contesti di costruzioni realizzate in terra cruda, una pratica millenaria con molteplici declinazioni locali in tutto il mondo.

Il video mostra sette performer, tra cui l’artista, guidati dal coreografo Mufutau Yusuf, dare vita a personaggi archetipici che, attraverso dialoghi frenetici, tracciano i retaggi della disputa fondiaria consumatasi nel Paese alla fine del XIX secolo, evidenziando le intricate relazioni tra proprietà privata, ambiente edificato e conservatorismo sessuale. Il video è stato realizzato filmando con quattro telefoni cellulari passati tra un attore e l’altro, che rendono meno netta la tradizionale distinzione tra regista, interprete e cameraman. Il Padiglione irlandese diventa così, a seconda dei casi, un cantiere di possibilità, un’arena per gli antagonismi generazionali e di classe dell’Irlanda, uno spazio di tenera cura e una struttura che la morte sociale, rappresentata dallo sfratto, ha reso una fredda rovina. L’opera impone l’incontro tra momenti storici, di cui evidenzia le dinamiche di potere e i registri affettivi paralleli; le forme di lavoro, di conflitto e di piacere; il groviglio di storie di sessualità, proprietà e Stato. «Ci sono molte intuizioni della storia irlandese – spiega l’artista – che dobbiamo condividere con il resto del mondo. La vita sull’isola, la sua storia di colonizzazione, rivoluzione e spartizione, offre così tante opportunità di rievocare traumi storici, così tanti inviti al tradimento del nostro passato, dei nostri vicini e di noi stessi. Siamo una Nazione colonizzata, eppure contribuiamo alla colonizzazione degli altri. Alcuni di noi sono stati espropriati e hanno continuato a fare lo stesso. La storia non fa differenze».

Immagine in evidenza: Eimear Walshe, Romantic Ireland (still), 2023 – Photo Faolán Carey

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