Stati dell’astronomia

Un viaggio tra poesia e stelle attraverso l'opera di Iliazd e Max Ernst
di Redazione VeNews

Protagonista del Padiglione Georgia a Palazzo Palumbo Fossati è “65 Maximiliana o la Pratica illegale dell’Astronomia”, un volume del 1964 concepito dall’artista, poeta ed editore georgiano Ilia Zdanevich e da Max Ernst.

Il libro è dedicato a Ernst Wilhelm Tempel (1821–1889), astronomo e litografo tedesco, noto per il suo approccio non convenzionale e sensuale all’astronomia, sottovalutato dai contemporanei a causa della sua mancanza di formazione accademica. Visse e lavorò anche in Italia, in particolare a Venezia, dove osservò le comete ad occhio nudo dalla Scala Contarini del Bovolo. Zdanevich ha fatto risalire la propria storia a Tbilisi, dove la sua casa editrice, “41 gradi” – latitudine che Tbilisi condivide con Roma, Madrid, New York e altre città –, promuoveva un linguaggio poetico futurista. Subito dopo essere emigrato a Parigi nel 1921, adottò il nome di Iliazd e pubblicò diversi libri importanti, tra cui Maximiliana, fondendo poesia e astronomia per evidenziare l’esperienza degli esuli in senso sia fisico che metafisico.

The Art of Seeing – States of Astronomy, curata da Julia Marchand e David Koroshinadze, è una mostra concepita come un archivio vivente che invita il pubblico a confrontarsi con l’affascinante biografia di Tempel attraverso materiali originali e opere nuove. Rodrigue de Ferluc e Juliette George hanno realizzato mobili unici ispirati alla tipografia di Iliazd, creando così un’identità visiva e spaziale originale. Nika Koplatadze, ispirato dalla Maximiliana, ha dato vita a una serie di libri d’arte basati sulle sue interpretazioni di mappe stellari e altre questioni cosmiche. Grigol Nodia con la videoproiezione Lonely Planet offre un viaggio meditativo alla ricerca di un ritmo innocente.

Immagine in evidenza: Courtesy La Biennale di Venezia – Photo Andrea Avezzù

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