Mixando pittura, scultura, disegno e installazione, Firelei Báez proietta potenti ritratti di figure di soggetti legati alla diaspora africana in un regno fantastico sospeso nel tempo, in cui vengono immaginati universi alternativi fittizi dominati da protagoniste femminili. Báez dipinge su materiali di recupero, pagine di vecchi manuali, diari di viaggio, biografie: superfici su cui stratifica il tessuto del passato con visioni di un presente appena immaginato, creando uno spazio generativo e produttivo «dove il bellicoso libro mastro del passato possa far posto a nuovi resoconti di ciò che speriamo di diventare e dove i singoli spettatori possano cercare se stessi».