A lungo poco conosciuta al di fuori del suo paese natale, Anu Põder ha alternato l’insegnamento all’attività artistica. Al contrario del mainstream sovietico di allora, la scultrice ha sempre preferito materiali leggeri, soffici e facilmente manipolabili per le sue creazioni, anche per poter lavorare da sola, senza aiuti esterni. Le sue sculture rappresentano parti del corpo e composizioni simili a corpi che a volte sembrano create per accogliere l’osservatore come in un abbraccio, altre volte sembrano volerlo repellere in una specie di mostruosità riflessa.