(2023, Italia, 126')
Prendendo ispirazione dal celebre dipinto di Picasso del 1937, i due artisti d’avanguardia Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi si confrontano sulle grandi guerre e sulle ideologie del XX secolo, allargando la loro riflessione sugli effetti che queste hanno avuto sul paesaggio. Yervant Gianikian mette in movimento una selezione di acquerelli disegnati da Angela Ricci Lucchi prima della sua scomparsa nel 2018, dando voce all’archivio cinematografico della prima metà del XX secolo e sottoponendolo a una serie di trasformazioni note come “la macchina da presa analitica”. La narrazione della guerra viene ripercorsa attraverso voci narranti e radicali cambi di colore, rallentamenti e accelerazioni, che portano a comprenderla come un sistema di violenza in un tempo circolare e ripetitivo.
Nato a Merano nel 1942 è un regista, produttore e artista italiano di origini armene, che ha partecipato più volte alla Biennale Arte e alla Biennale Cinema con portando diversi cortometraggi, documentari, video. Insieme alla compagna ha presentato il documentario Oh! Uomo (2004) a Cannes, il cortometraggio Notes sur nos voyages en Russie 1989-1990 (2011) a Venezia e il documentario Pays barbare (2013) a Locarno. Alla Biennale Arte 2015 ha esposto una sua opera nel Padiglione Armeno, che in quell’anno vinse il Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale. Nel 2018 presenta fuori concorso la prima parte del documentario dedicato alla moglie appena scomparsa, seguita dalla seconda parte l’anno successivo.
Angela Ricci Lucchi (Lugo, 1942 – Milano, 2018) è stata una regista e pittrice italiana. A partire dagli anni ‘70 ha realizzato molti cortometraggi di cinema sperimentale e d’avanguardia, fra cui Alice profumata di rosa (1975). Negli anni ‘80, insieme al marito Yervant Gianikian, realizza una serie di lungometraggi e installazioni cinematografiche con cui spinge la sua sperimentazione alla manipolazione di filmati preesistenti, in particolare dedicandosi al tema delle grandi guerre del XX secolo.