Il rumore dei buchi neri, il cui titolo riecheggia la presenza a distanza di eventi in grado di determinare la nostra esistenza e la nostra scomparsa, nasce come disperato ma necessario tentativo di opporsi alla logica della violenza e della guerra. La mostra e la performance, che Sarah Revoltella mette in scena assieme a nove studenti universitari di differenti nazionalità, trovano per contenuti e forma espressiva la loro casa ideale, è proprio il caso di dirlo, nella sede di Emergency. Nell’azione, l’artista con semplicità disarmante sovverte la funzione dirompente dell’arma da fuoco per farne un elemento di debolezza, di inedita fragilità.