Il profumo dell’anima

Venezia, Coco Chanel, Julien Creuzet e Dalton Paula
di Irene Machetti

Chanel Culture Fund per Julien Creuzet, che rappresenta il Padiglione Francia, e Dalton Paula (vincitore dello Chanel Next Prize, ora all’Arsenale fra gli artisti di Pedrosa) a sostegno dell’arte a Venezia.

Venezia è stata forse la città più amata da Coco Chanel per la sua bellezza infinita e per la straordinaria fonte di ispirazione e fascino che ha sempre sprigionato, non solo per la ricchezza bizantina e orientale, per la fioritura gotica e la linearità rinascimentale, ma anche perché la couturière, nata sotto il segno del leone, era anch’essa una leonessa, fiera e rivoluzionaria come Venezia, città per eccellenza rappresentata dal leone. L’arte è sempre stata un elemento fondamentale per Coco e il Chanel Culture Fund continua la sua missione perseguendo l’obiettivo di offrire visibilità ad artisti del panorama contemporaneo e in particolare ora a Venezia, in occasione della 60. Biennale Arte, nel sostenere e sponsorizzare Julien Creuzet, invitato a rappresentare la Francia. Ai Giardini, l’artista caraibico originario della Martinica, Creuzet ha creato negli spazi fortemente caratterizzati del Padiglione francese un’opera immersiva intensa, mescolando musica, delicati video di un mare in pericolo, installazioni fatte di cera, fili colorati e oggetti trovati sulla battigia trasportati dall’Oceano. Il titolo e il Padiglione stesso sono come una poesia – Attila cataracte ta source/aux pieds des pitons verts/finira dans la grande mer/gouffre bleu/nous nous noyâmes/dans les larmes marées de la lune – in cui l’artista si racconta, la traversata dell’Oceano, la migrazione, il sentirsi stranieri. Noi, visitando il Padiglione francese ci sentiamo immersi in questo oceano che porta una speranza per un mondo migliore. All’Arsenale, i magnifici ritratti dell’artista brasiliano Dalton Paula, vincitore dello Chanel Next Prize, riconoscimento che viene assegnato ogni due anni a dieci artisti da tutto il mondo che si sono distinti come innovatori della propria disciplina, ci colpiscono per la loro straordinarietà. Il ritratto è spesso associato a personaggi ricchi, famosi, maschi e bianchi. In una società come quella brasiliana, con una storia importante di schiavitù e colonizzazione, i neri non sono ritratti e men che meno hanno un nome e una storia. Dalton Paula, invece, dipinge intimi ritratti di brasiliani neri dimenticati, sconosciuti, usando foto rare che trasforma in dipinti intensi e suggestivi, dando un volto a chi non ha mai avuto un riconoscimento nella storia. Sono volti e corpi di afrobrasiliani della diaspora, schiavi o ex schiavi, spesso dipinti con la capigliatura d’oro, poiché molti di loro in Africa erano re e principesse. Il processo artistico di Paula si concentra soprattutto sui terreiros, luoghi di culto brasiliani, e i quilombos, comunità di ex schiavi, dando con la sua arte voce, memoria e volto a chi non l’ha mai avuto.

Immagine in evidenza: Julien Creuzet, Padiglione Francia – Courtesy La Biennale di Venezia – Photo Marco Zorzanello

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