Opere in mostra ed un ricco public program per un progetto collettivo di incontro e ascolto, relazione e suono. Gavin e Yuri Bryars, Caterina Barbieri e Kali Malone i musicisti coinvolti nel progetto.
Nella sua pratica Massimo Bartolini utilizza linguaggi e materiali – dalle piccole opere-bozzetto assemblate in studio alle complesse sculture sonore fino alle fotografie, ai video e alle opere performative – in modi non convenzionali. Con un atteggiamento di estrema apertura ha orientato il suo percorso verso una continua scoperta e indagine del linguaggio dell’arte, cercando incessantemente il materiale più adatto per dare forma a un’esigenza espressiva e a una possibilità narrativa. L’artista considera il fare e il fruire l’arte come un percorso di conoscenza: di sé stessi, del proprio rapporto con il mondo, della possibilità di relazione con l’altro. Questo percorso diventa assoluto in Due qui / To Hear, tema e titolo del Padiglione Italia alla 60. Biennale Arte, curato da Luca Cerizza e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con il supporto di Tod’s. La musica e l’ascolto sono il filo conduttore dell’istante espositivo, che diventa gioco visivo, tattile e sonoro in cui “perdersi” e “ritrovarsi” nello spazio e nel tempo. In un percorso potenzialmente circolare, due figure fanno da ideali introduzioni agli spazi e al progetto: gli alberi del Giardino delle Vergini e un Bodhisattva Pensieroso.
Incarnazioni di un principio di Natura e di spiritualità, sembrano rappresentare momenti di immobilità. In verità è un’inazione solo apparente. L’albero che è connesso attraverso le radici o il Bodhisattva che sta seduto a pensare incarnano forme di relazione forse più profonde con il Mondo. Intorno a loro e con loro si delineano opere ad aprire e chiudere il progetto, che ha il suo centro in una grande installazione sonora attraversabile dal pubblico. La capacità di ascoltare, dunque, come strumento di conoscenza di se stessi, oltre che di attenzione agli altri, che passa attraverso il contributo di Gavin Bryars, uno dei grandi protagonisti della musica di ricerca degli ultimi cinquant’anni, e Caterina Barbieri e Kali Malone, che condividono un’attenzione per le proprietà immersive, meditative, quando non addirittura spirituali, della materia sonora. Incontro e ascolto, relazione e suono: Cerizza e Bartolini definiscono una rete di relazioni e collaborazioni, dando vita a un progetto collettivo che si incarna non solo nella realizzazione delle opere in mostra ma anche in un ricco public program.