In una sala del Padiglione Centrale dei Giardini insieme alle opere di Filippo De Pisis, Louis Fratino è tra i più giovani invitati a Venezia per la prima volta e nella lista della top ten degli artisti contemporanei più promettenti al mondo.
Nato nel 1993 nel Maryland, Fratino inizia a dipingere fin da bambino, consumando risme di carta comprate dai genitori, ritaglia, colora, sperimenta. Si iscrive alla College of Art di Baltimora, studia design tessile e illustrazioni di libri per bambini, vince una borsa di studio che lo porta a Berlino per un anno, un periodo significativo per la sua formazione. Torna a New York, dove tuttora abita e lavora, inizia a pubblicare le sue opere su Instagram, viene notato da un gallerista che lo invita a esporre nel Lower East Side ed è subito fama. Un colpo di fortuna, certo, ma il suo modo unico di dipingere non è certo solo frutto della fortuna. Sono molte le sue fonti di ispirazione, dal Picasso monumentale e statuario alle stilizzazioni di Matisse, dalla scelta dei vivacissimi colori quasi fauve alla sfrontatezza delle immagini gay grandi, esplicite, che riempiono tutta la tela con corpi nudi intrecciati nel momento gioioso del sesso. All’inizio realizza opere piccole, tutte riempite dalle figure e da uno sfondo riconoscibile e delicato. In questo caso piccolo non vuol dire marginale o di poco valore, ma il piccolo formato è molto più intimo e privato ed invita ad avvicinarsi per osservare da vicino la scena. Fratino non dipinge dal vivo, ma attraverso foto, ricordi, altre mediazioni come i suoi taccuini su cui disegna incessantemente.
Partendo dai suoi disegni, dalle foto prese col cellulare, dalle riviste, tutto quello che dipinge ha un sapore di immediatezza, di vitalità, di intimità. Dice di amare Picasso, e si vede, dice che gli piace la Scuola Romana, la tragicità di Lucian Freud e la potenza di Nicole Eisenman. Bisnonno molisano e fidanzato milanese, Fratino adora l’Italia il modo di vivere italiano, suoi motivi di grande ispirazione. Ama il sesso, che rappresenta con naturalezza e afferma che si pensa al sesso più spesso di quanto si dica e che gli risulta facile rappresentarlo nei suoi lavori, poiché dà un gran piacere in entrambi i casi! Vedere esposte le piccole tele di De Pisis accanto a quelle di Fratino ha un effetto dirompente. De Pisis ha dovuto andare a Parigi per trovare il coraggio di esprimere la sua omosessualità e la libertà di dipingere i giovani modelli nudi, con vicissitudini spesso drammatiche. In Fratino prevale una estrema libertà e la sua esplicita voglia di vivere è esplosiva!