A Ca’ Corner della Regina l’artista svizzero presenta “Monte di Pietà”, una mostra immersiva e sovversiva che propone una vasta riflessione sul nostro rapporto con gli oggetti e il denaro; e, più in generale, sull’umanità intera.
Fondazione Prada a Venezia ha dato carta bianca all’artista svizzero Christoph Büchel. Il risultato? Una mostra immersiva e sovversiva che propone una vasta riflessione sul nostro rapporto con gli oggetti, il denaro e, più in generale, sull’umanità intera. Infatti, nell’ambito di questa esposizione, Büchel ha trasformato Ca’ Corner della Regina in un Monte di Pietà, ricordo dei secoli passati quando dal 1834 al 1969 questo antico palazzo di proprietà di papa Pio VII era realmente un vasto banco dei pegni. Büchel si diverte a scavare in tutti gli strati della storia del Palazzo, che vide nascere Caterina Corner, futura regina di Cipro, il cui ritratto realizzato da Tiziano è esposto nel mezzo della confusione di oggetti di ogni genere, accumulati nella sala al primo piano. Infatti, in questa installazione brulicante, dove si trovano migliaia di oggetti di ogni tipo, elettrodomestici, mobili per la maggior parte in cattive condizioni, vestiti, quadri, giocattoli, libri, sci, protesi, sedie a rotelle, armi fuori uso o documenti di ogni genere legati a operazioni di credito, debito o finanza, Büchel nasconde veri e propri capolavori realizzati da artisti come Klein, Manzoni, Paolini, Duchamp, Beuys, come se anche loro fossero stati messi in pegno.
Che cosa ha valore? E su cosa si basa? Trasformandosi in un banco dei pegni, l’istituzione culturale, il cui ruolo è anche quello di conservare il patrimonio e attribuire un valore simbolico ed economico agli oggetti e alle opere, crea un vero e proprio cortocircuito che raggiunge il suo apice con la presentazione dell’opera The Diamond Maker, una valigia contenente diamanti artificiali nati da un processo di distruzione e trasformazione di opere in possesso dell’artista, comprese quelle create durante la sua infanzia e giovinezza. Il Monte di Pietà è dunque un’analisi approfondita del concetto di debito, presentato qui come il principale mezzo attraverso cui si esercita il potere politico e culturale. Immergendo il visitatore di volta in volta in un modesto appartamento, in una sala di gaming dove vengono create anche criptovalute, o nella guardiola del custode di questo banco dei pegni, Büchel ci invita a scoprire la quotidianità di popolazioni ai margini del sistema finanziario: allo stesso tempo creatrici, consumatrici (principalmente di debiti) e al di fuori del sistema.
Più in generale, è l’intero principio del debito a essere qui interrogato e, in particolare, il ruolo essenziale e complesso che gioca sugli equilibri sociali e politici delle nostre civiltà. Questa nozione di debito è particolarmente eloquente a Venezia, città mercantile per eccellenza, che ha contribuito nella storia alla nascita dei mercati finanziari moderni basati non solo sul debito, ma anche sul riconoscimento legale della proprietà.