Con una serie di incontri nel mese di novembre, si avvia alla conclusione Personal Structures – Beyond Boundaries, la mostra biennale di European Cultural Centre che riflette sulla la capacità dell’uomo di trascendere i limiti imposti dalle circostanze esterne.
Riflettendo sui significativi eventi degli ultimi anni, inclusa la pandemia, i conflitti globali e le crisi ambientali, la mostra biennale di arte contemporanea Personal Structures, organizzata dallo European Cultural Centre (ECC) nelle sue sedi di Palazzo Bembo, Palazzo Mora e Giardini della Marinaressa, con Beyond Boundaries, emblematico titolo scelto per l’edizione 2024, incarna la resilienza dello spirito umano e la capacità di trascendere i limiti imposti dalle circostanze esterne. Nata nel 2002 come piattaforma per consentire agli artisti di diversa provenienza di condividere le proprie opere e idee, Personal Structures si è evoluta in un format che valorizza molteplici approcci ed espressioni artistiche, documentando la pluralità del mondo dell’arte contemporanea. Tra le esperienze più significative e da non perdere, spicca l’installazione Invisible Flags di Yoko Ono, nei Giardini della Marinaressa. L’opera consiste in nove aste bianche senza bandiere che si affacciano sulla laguna veneziana. Prive di simboli nazionali, queste aste evocano la potente rappresentazione di una visione utopica, dove l’unità globale e la pace prevalgono sui confini nazionali. Dalla sfera politica alla ricerca sull’essenza più intima dell’essere umano: al primo piano dello storico Palazzo Mora, le opere di Miles Greenberg e Hermann Nitsch, esposte fianco a fianco, invitano ad esplorare i temi del corpo, della fisicità e delle emozioni. L’installazione di Katerina Kovaleva a Palazzo Bembo sembra voler esprimere il punto di convergenza tra l’essere umano, intrappolato in uno stato di fragilità e precarietà, e il contesto storico che determina il suo destino. Attraverso un paracadute sospeso a cupola dal soffitto, l’artista interpreta lo stato di sospensione tra cielo e terra come una metafora della nostra dipendenza dalle circostanze esterne. Gli oltre duecento artisti internazionali, presenti complessivamente nelle tre sedi, navigano nel complesso panorama globale contemporaneo, offrendo intuizioni che vanno oltre il convenzionale e aprendo percorsi a nuove conversazioni che confluiscono in un ricco calendario di incontri. Tra gli appuntamenti del mese di novembre – la mostra chiude il 24 come la Biennale – segnaliamo l’artist talk del 6 novembre a Palazzo Mora con Paul Ygartua, che, attraverso la sua opera A Dream Come True, esplora un futuro plasmato dalla tecnologia, in cui l’umanità affronta scelte riguardanti la sopravvivenza, la libertà e l’identità. L’arte come terapia e strumento potente per affrontare le questioni di salute mentale è invece al centro della conferenza Art Therapy and Autism Awareness del 10 novembre a Palazzo Michiel.
Paul Ygartua esplora il futuro distopico raffigurato nella sua opera, in cui l’IA dona all’umanità l’immorta...
Figure di spicco tra cui il Dr. Simi, l’artista Adriana Torres, il vincitore del concorso associato a questo progetto e r...