Parti del tutto

Elias Sime, l'impatto della globalizzazione e della tecnologia sulla psiche umana
di Marisa Santin

Allo spazio Tanarte con “Dichotomy jerba”, nuovo capitolo della serie Tightrope, Sime tesse, stratifica e intreccia elementi tecnologici di recupero in assemblaggi scultorei lirici e complessi che parlano del presente.

Nel 2022, per Il latte dei sogni di Cecilia Alemani, l’artista etiope Elias Sime aveva presentato due opere che sembravano delle campiture di colore nelle tonalità del rosa, verde e viola, o dei paesaggi segnati dal lavoro umano sorvolati da un velivolo. Osservate da vicino le composizioni rivelavano invece oggetti tecnologici obsoleti e materiali di scarto assemblati in modo da evocare antichi rituali etiopi di intaglio e tessitura. L’uso di colori, modelli e griglie ritorna in questo suo nuovo corpo di opere, presentato come Evento Collaterale presso gli spazi di Tanarte a Castello.

Con Dichotomy jerba l’artista di Adis Abeba prosegue ora il suo lavoro di stratificazione di oggetti comuni – perlopiù componenti di apparecchiature per la comunicazione digitale – trasformandoli in composizioni liriche astratte che riflettono sull’impatto della globalizzazione e della tecnologia sulla psiche umana. La mostra si concentra in particolare sulla centralità del telefono cellulare nella vita quotidiana. Sime considera il dispositivo uno status symbol, ma la sua onnipresenza lo rende una metafora carica di implicazioni etiche, ecologiche e geopolitiche che richiedono una meditazione profonda sulla tenuità di un mondo sempre più interconnesso.

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