Strutture di ferro contorte, nastri fenolici curvati, sculture realizzate con scarti di legno bruciati, perforati e tagliati, collegati da rami, tronchi, frammenti di tubi e nodi metallici. L’installazione, concepita da Luciana Lamothe (1975, Buenos Aires, Argentina), invita il visitatore a sperimentare forme alternative dell’abitare, queer, solidali e simbiotiche. L’opera sollecita a riflettere sull’impatto che l’umanità ha prodotto sul pianeta, determinando un presente afflitto da crisi climatiche, migratorie, economiche e sociali.