L’area centrale dello spazio è dominata da undici sfere di ceramica blu adornate di iscrizioni dorate che richiamano i canti di pentimento (sharakan) scritti dal filosofo, teologo, poeta e inventore dell’alfabeto armeno Mesrop Mashtots. I concetti di peccato e pentimento sono espressi anche attraverso Seven Deadly Sins, un rotolo di carta bianca lungo cinquanta metri diviso in sette parti, ciascuna delle quali rappresenta uno dei peccati capitali. Le due opere dialogano fra loro producendo un’eco che riverbera nell’ambiente, mentre in sottofondo risuona l’esecuzione a cappella di inni appartenenti alla musica sacra armena.