Quali sono i confini del ritratto e quali effetti si possono ottenere attraverso la deformazione e la distorsione dei soggetti raffigurati? Attorno a questa domanda si sviluppa il lavoro di Ewa Juszkiewicz (1984, Danzica, Polonia), che sfidando le tradizioni figurative si confronta con la percezione stereotipata della bellezza femminile nella pittura classica europea. Nei suoi ritratti, realizzati seguendo lo stile pittorico delle opere a cui si riferiscono, i volti vengono sostituiti da maschere mentre elementi quali simbolismo e fantasia, animale e soprannaturale, prendono il sopravvento sul realismo. L’osservatore è spinto a reimmaginare il volto dietro la maschera avventurandosi in territori concettuali e stilistici inesplorati.