Il regista, sceneggiatore e artista britannico John Akomfrah (1957, Londra) realizza una mostra dalla struttura aperta che, attraverso otto diverse opere multischermo, esplora temi di vasto respiro come la memoria, la migrazione, l’ingiustizia razziale e il cambiamento climatico. Le sue installazioni, che incarnano l’idea di “acustemologia” (unione di acustica ed epistemologia), hanno l’obiettivo di esaminare il suono come modalità di conoscenza. Nel mondo creato da Akomfrah la dimensione sonica diventa l’atto che permette di ‘ascoltare’ e interrogare le reliquie e i monumenti della storia coloniale.