Dopo aver ricevuto una diagnosi di mutazione genetica, vedendo messa a rischio la sua possibilità di procreare Ruth Patir ricorre al non facile percorso di crioconservazione in laboratorio degli ovociti al fine di preservare la sua fertilità. Tutti i dialoghi si basano su conversazioni avvenute nella vita reale con dottori, amici, la propria madre e un immaginario pubblico di follower online. Il lavoro, un’installazione video in quattro capitoli, si caratterizza per l’uso di avanzate tecnologie dell’immagine, video animati in 3D e motion capture messi al servizio del racconto in connessione con la realtà sociale e con l’identità nazionale.