I dipinti di Márton Nemes guardano alle sottoculture culture techno e rave attraverso una lente cromatica psichedelica e sgargiante, giocando sull’esaltazione di polarità opposte quali riflettente-opaco, cornice-campo pittorico, gestuale-digitale, presenza-assenza. Diviso in tre spazi distinti, il progetto può essere compreso nella sua totalità solo quando il visitatore si trova al centro del Padiglione, posizione dal significato chiaramente simbolico e ontologico. In un’epoca di fenomeni sociali polarizzati, che escludono la contemplazione delle sfumature della realtà, dall’Ungheria arriva un messaggio umanistico che invoca apertura e tolleranza.