(2024, Regno Unito, Germania, Grecia, Francia, Usa, 131')
Un villaggio senza nome in un’epoca e un luogo indefiniti viene sconvolto da tre tipologie di forestieri: il cartografo, il migrante e l’uomo d’affari, tutti presagi di cambiamenti sconvolgenti. Una tragicomica interpretazione del genere western dove non ci sono eroi, ma solo persone comuni e imperfette, che nel corso di sette giorni allucinanti dovranno affrontare l’invasione del mondo esterno e il trauma della modernità.
Nata ad Atene nel 1966, il suo cinema è spesso definito “surreale” e “ironico”. I suoi film sono caratterizzati da dialoghi taglienti, personaggi eccentrici e situazioni paradossali con un tocco di umorismo nero. Il suo secondo film, Attenberg (2010), è valso la Coppa Volpi come migliore attrice alla sua protagonista, Ariane Labed, alla 67. Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2015 è uscito il suo terzo lungometraggio, Chevalier (2015), che ha vinto il premio per il miglior film al BFI-London Film Festival.