(2023, USA, 108')
A sei anni di distanza dal documentario The Devil and Father Amorth (2017) e a ben dodici dal bellissimo Killer Joe (2011), William Friedkin sarebbe dovuto tornare a Venezia, dove nel 2013 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera, con un nuovo lungometraggio di finzione, The Caine Mutiny Court-Martial. Purtroppo la notizia della sua scomparsa ci ha raggiunto a un paio di settimane dall’inizio del Festival e quello che vedremo sarà il suo ultimo film. Tratto dall’omonimo romanzo di Herman Wouk del 1952, L’ammutinamento del Caine, e remake dell’altrettanto omonimo classico del cinema americano di Edward Dmytryk del 1954 – sette nomination agli Oscar con un indimenticabile Humphrey Bogart – il film di Friedkin attualizza lo script originale ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e porta la vicenda del Caine ai giorni nostri coinvolgendo, al posto di Pearl Harbor, l’Iran e lo Stretto di Hormuz, unica rotta marittima che consente il passaggio tra il Golfo Persico e il mare aperto. Dopo l’ammutinamento del Caine, che ha visto il tenente Stephen Maryk (Jake Lacy) sollevare dal comando il capitano Phillip Francis Queeg (Kiefer Sutherland), il tenente avvocato Barney Greenwald (Jason Clarke), convinto della colpevolezza di Maryk, si trova suo malgrado a difenderlo a processo.
Padre cinematografico de L’esorcista (1973), pellicola da due premi Oscar che ha ridisegnato i canoni del cinema horror e terrorizzato intere generazioni, autore di uno dei migliori polizieschi di sempre con Vivere e morire a Los Angeles (1985), realizzatore del miglior inseguimento in auto della storia del cinema ne Il braccio violento della legge (1971) – cinque Oscar –, William Friedkin ha saputo, come pochi altri autori nella storia del cinema, esplorare i meccanismi perversi e fascinatori della violenza e le complesse architetture del Male che si annidano nell’animo umano. Cineasta politicamente ‘scomodo’, anche all’interno di filoni usurati – come il thriller giudiziario-militare Regole d’onore (2000) o il pursuit-movie The Hunted – La preda (2003), Friedkin possiede un dinamismo forsennato e brutale che si accompagna ad un umorismo cupo, sinistro, e ad un assoluto disincanto morale. Pessimista forse, più che cinico, ma ciononostante irresistibilmente attratto dal lato oscuro. Avrebbe compiuto 88 anni il 29 agosto, ma il “Regista del Male” è scomparso a Los Angeles il 6 agosto 2023.
Il suo cult L’esorcista e il suo ultimo film in programma alla Mostra
Quando mi parlano di romanzo storico mi viene subito in mente la delusione...