(2023, Cuba, Spagna, 80')
Ernesto Daranas Serrano ricostruisce la vita e le opere di uno dei documentaristi più sottovalutati e importanti della Cuba degli anni ‘60 e ‘70 del Novecento, Nicolás Guillén Landrián. Censurato, torturato, molestato e internato in un ospedale psichiatrico, sottoposto poi ad elettroshock, realizza 13 documentari che costituiscono una testimonianza viva di una realtà che si è profondamente riversata sulla vita personale del regista. Con l’aiuto della vedova Gretel Alfonso e del fotografo Livio Delgado, collaboratore di Landriàn, la pellicola indaga l’aspetto cinematografico nel suo lato più squisitamente tecnico senza tralasciare l’aspetto umano e sensibile del documentarista. In Los Océanos son los Verdaveros Continentes (2023), film ambientato a Cuba presentato all’edizione di quest’anno delle Giornate degli Autori, viene citato Ciel del Toa (1965), corto di Landriàn: «Per questo è stato censurato. Il problema non è la telecamera, è la realtà» spiega Alex, uno dei due protagonisti.