(2024, Italia, USA, 135')
Scampato a una retata antidroga a New Orleans, Lee trova rifugio in una decadente Città del Messico degli anni ‘40. In quella che è nota come la “capitale mondiale del delitto”, Lee si aggira tra locali sempre più sordidi, popolati da individui ai margini della società. Avvolto dalle spire della tossicodipendenza, si infatua di Allerton, militare della Marina in congedo, giovane ambiguo, con la sua stessa passione per l’eroina ma diffidente e inizialmente indifferente alle sue avances. Il desiderio di Lee per Allerton si fa presto ossessione in una lunga cavalcata tra allucinazioni, sensazioni e ricordi… Il film è tratto dall’omonimo romanzo breve di William S. Burroughs.
Dopo aver debuttato alla Mostra come regista nel 1999 con The Protagonist, Luca Guadagnino è tornato al Lido spesso e volentieri: nel 2009 con Io sono l’amore (2009), nel 2010 è membro della giuria presieduta da Tarantino, nel 2013 presenta il doc Bertolucci on Bertolucci, cui seguono A Bigger Splash (2015), Suspiria (2018), Bones And All, che nel 2022 vince il Leone d’Argento, e sempre qui, nel 2023, avrebbe presentato il suo acclamato Challengers, se non fosse stato per lo sciopero di registi e attori hollywoodiani. Realizzare l’adattamento cinematografico della controversa opera di Burroughs era uno dei sogni nel cassetto del regista, che tra i suoi maggiori successi può vantare un altro adattamento, Chiamami con il tuo nome (2017), dal romanzo omonimo di André Aciman.
Dalla pagina allo schermo: Queer di William S. Burrough secondo Guadagnino
