(1938, USA, 81')
Uscì in Italia come Rondine senza nido, ma non è uno strappalacrime. Rebecca of Sunnybrook Farm di Allan Dwan (1938) è una piacevole commedia musicale in cui Rebecca (Shirley Temple, 10 anni), orfana dalla voce d’oro, è sempre a un passo dal diventare una star della radio sotto l’egida del paterno Randolph Scott. Prima perde l’opportunità per un equivoco; poi la zia, a cui il patrigno l’ha sbolognata, è contraria al suo ingresso nel mondo dello spettacolo. Dopo un primo successo, il patrigno la reclama indietro per cederla a una compagnia concorrente. Ma lei non è tipo da lasciarsi abbattere («I’m very self-reliant» è il suo tormentone). Le sue canzoni riprendono quella sognante risposta ottimistica ai problemi della vita che ha fatto da colonna sonora e contrappunto ideale alla Depressione.
Shirley Temple attraversa il film con buffa dignità da young lady e grazie alla sua bravura il mix di ingenuità infantile e imitazione degli adulti raggiunge effetti esilaranti (le sue risposte oneste ma involontariamente a doppio senso sono micidiali). Allan Dwan aveva girato con lei l’anno prima il magnifico Heidi (Zoccoletti olandesi); e sempre nel 1937 Shirley desta l’ammirazione di un duro come John Ford quando la dirige in Wee Willie Winkie (Alle frontiere dell’India). Dalle centinaia di brevi film girati dal 1911, e dal magistero di Griffith, Dwan imparò qualcosa cui restò fedele tutta la vita: il potere della semplicità. I suoi film sono fluidi, sobri, teneri nei sentimenti: una quieta bellezza.