Artista visivo e attivista LGBTQ, è stato uno dei primi sudanesi a rendere pubblico il suo coming-out quando nel Paese si rischiava la pena di morte per comportamenti omossessuali, esperienza raccontata nel documentario The Art of Sin. La pratica di Umar è ampia e incentrata sui materiali come agenti di azione. Partendo dall’educazione conservatrice ricevuta alla Mecca e in Sudan, l’artista mette in evidenza le ripercussioni di un’esistenza condotta al di fuori delle norme sociali e culturali. Esperienze personali ed elementi biografici diventano strumenti artistici per contestare la repressione, la demonizzazione e i compromessi forzati delle vite queer in Sudan e nel resto del mondo.