Lavora da giovane alla corte di Guglielmo II, vivendo un’ossessione amorosa fatale e senza speranza per il Kaiser. Internata nel 1920 come schizofrenica, comincia subito a dipingere non smettendo mai fino alla morte. Il suo valore come artista outsider viene scoperto da Dubuffet già negli anni ‘40. Un’arte magnetica la sua, voluttuosa, violenta ed elegante insieme, apprezzata ancora oggi ben al di là dell’etichetta Art Brut in cui molti vorrebbero concluderla.