Cresciuta dalla nonna che la introduce all’arte muraria, insegnandole gli stili pittorici della tradizione Xhosa e Fingo, le tecniche ancestrali e l’uso di materiali naturali, Gladys Mgudlandlu, definita anche la “Signora degli uccelli” (che considerava i suoi unici amici), è stata la prima donna nera ad esporre in una personale in Sudafrica durante l’apartheid. Descritta come espressionista, Mgudlandlu ha eluso le classificazioni moderniste definendosi “sognatrice immaginista”. I suoi paesaggi, i ritratti e le sue vedute a volo d’uccello, dietro una parvenza di evasione, riecheggiano temi cruciali del colonialismo, in primis la continua condizione di espropriazione vissuta dai popoli indigeni.