Figlio del grande costruttivista Joaquín Torres-García, Horacio cresce nella Parigi di Calder, per poi viaggiare e visitare il Sud America e un po’ tutta l’Europa. Dopo un primo approccio all’arte murale, si dedica alla pittura esplorando il territorio fragoroso di Tiziano, Velasquez e del tardo Goya, costruendo un rapporto fertilmente dialettico tra questi straordinari maestri dell’arte occidentale e la sua disposizione, la sua formazione estetica contemporanea. Le serie di nudi senza testa e di figure con il volto oscurato ben restituiscono intenzioni e preoccupazioni dell’artista a riguardo. Le tele monumentali mostrano da un lato la sua venerazione per la tradizione, dall’altro l’attrazione, l’impulso ad abbracciare la modernità, Un attrito che si rivelerà straordinariamente fruttuoso.