Composte da detriti e materiali di scarto raccolti per le strade di New York, le sculture di Babirye sono intrecciate, tagliate, saldate, bruciate e brunite. L’artista utilizza spesso maschere tradizionali africane per esplorare la diversità delle identità LGBTQI, assemblandole con ceramica, metallo e legno intagliato. Attraverso l’atto di bruciare, inchiodare e assemblare, l’artista affronta le realtà dell’essere gay nel contesto dell’Uganda e dell’Africa in generale. Recentemente il suo processo creativo è stato alimentato dalla necessità di trovare un linguaggio per rispondere all’approvazione della legge anti-omosessualità in Uganda.