Tra i principali scultori modernisti sudafricani, viene introdotto sin da bambino alla scultura dalla nonna ceramista che alimenta la sua immaginazione con storie di spiriti e creature della notte. Sithole prediligeva i legni indigeni, che spesso si procurava nella foresta, ma utilizzava anche la pietra e il bronzo fuso. Lasciava che le forme emergessero dai materiali, senza imporsi. Le sue sculture richiamano la tradizione indigena sudafricana ma al contempo subiscono il fascino dell’astrazione del XX secolo. Apprezzato internazionalmente, nel 1968 partecipa alla Biennale di Venezia ricevendo il premio per la scultura.