La formazione nella scultura, maturata nel contesto del sapere artigiano italiano, segna l’iniziazione a una pratica che si esprime nella lingua madre della tradizione artistica del continente africano, rinnovandone i canoni in bilico fra realismo e simbolismo. Con l’obiettivo di dare visibilità e dignità formale a una umanità depauperata e schiavizzata, lo scultore plasma un’iconografia complessa e metaforica attingendo a idoli arcaici e ad attributi tribali per impreziosire e restituire, anche attraverso l’utilizzo dell’oro, alla patria il (suo) patrimonio africano.