All’Eritrea e all’Etiopia ha dedicato quasi tutta la sua vita artistica, ricevendo commissioni di alto livello: decorazioni pittoriche, musive o ceramiche, di grandi ambienti privati e pubblici (era chiamata la pittrice di Hailé Selassié). «Dipingevo paesaggi estratti da una natura antica ed eterna», memorie che una volta tornate in Italia dovranno trovare una nuova composizione, prima astratta, infine angelica, ma sempre elegante e raffinata.