Il filo sottile

Gaia Furrer, le Giornate degli Autori tra resilienza e resistenza
di Marisa Santin
  • giovedì, 5 settembre 2024

Le Giornate degli Autori ormai da tantissimi anni offrono al Lido un programma di altissima qualità che si affianca alla line-up della Mostra arricchendola di voci da tutto il mondo. Gaia Furrer, Direttrice artistica delle Giornate, ci racconta l’edizione 2024.

Come avete costruito la vostra selezione quest’anno, quali tematiche emergono e quali geografie?
Di ‘geografie’ effettivamente ne esploriamo davvero molte. Dal Sudan, una realtà poco rappresentata che purtroppo vive una guerra ormai da troppi anni, raccontata nel documentario Soudan, souviens-toi della giornalista franco-algerina Hind Meddeb, alla Mongolia di To Kill a Mongolian Horse della scrittrice e regista Xiaoxuan Jiang, dalle Alpi Svizzere nel thriller Alpha. di Jan-Willem van Ewijk all’Amazzonia di Manas di Marianna Brennand, oltre a Italia, Olanda e Francia… Abbiamo delle geografie estreme che ci guidano lungo un filo logico che non è stato un tema scelto a priori, ma è emerso come una tendenza osservata in quasi tutti i film: al centro ci sono personaggi solo apparentemente fragili, che in realtà si rivelano custodi di una forza meritevole di essere raccontata. Personaggi un po’ folli, un po’ ai margini, ma con un coraggio fortissimo. Si tratta di film che raccontano vicende a volte tragiche, ma lo fanno con leggerezza, portando avanti la voglia di resistere e andare avanti: c’è un personaggio del cortometraggio Kora di Cláudia Varejão che dice: «Per ricominciare, bisogna andare avanti». Credo che a questo proposito sia emblematica anche l’immagine del manifesto di quest’anno, una donna che cammina sul filo, ad altezza vertiginosa, accompagnata dal volo degli aironi. Un filo che sorvola un mondo in cui succede di tutto, un mondo che implode ed esplode, ma che non le impedisce di andare avanti imperterrita per la sua strada.

Cinema al femminile. Alice Rohrwacher Premio alla carriera e Federica Di Giacomo Premio SIAE al talento creativo dopo aver aperto le Giornate con Coppia aperta quasi spalancata. Un bel periodo per il cinema al femminile, italiano e non…
Abbiamo in programma ben 18 registe su 25 film; è sicuramente un anno molto positivo per la presenza femminile. Nel documentario di Federica Di Giacomo le protagoniste sono tre: Federica Di Giacomo alla regia, Chiara Francini come attrice, protagonista e produttrice, e Franca Rame, autrice del testo da cui è tratto il film, che abbiamo celebrato proprio in apertura. Inoltre, c’è il progetto Miu Miu Women’s Tales, che da 12 anni portiamo avanti per celebrare la creatività femminile insieme al nostro partner creativo. Abbiamo poi 5 film in concorso diretti da registe e 6 film su 9 alle Notti Veneziane, la sezione italiana; quasi tutti gli eventi speciali fuori concorso sono firmati da donne. Siamo ancora lontani dalla parità, ma stiamo ricevendo molti più lavori rispetto al solito, e di questo siamo ovviamente molto contenti.

Sala Laguna © Giornate degli Autori

Molti i partner operativi e di contenuto che stanno contribuendo ad allargare i confini delle Giornate. Quali terreni sviluppate attraverso queste sinergie? Anche ‘fisicamente’, occupando luoghi sempre più strategici del Festival…
La collaborazione principale è con Isola Edipo e con la sua direttrice Silvia Jop. Insieme a Isola Edipo abbiamo rilevato la Sala Laguna, il cinema del Lido che era rimasto chiuso per quarant’anni. Nel 2020, nonostante il Covid, abbiamo restituito con grande gioia nostra e spero anche della collettività un cinema al Lido, che è a ingresso gratuito e senza bisogno di accredito. La Sala Laguna, che abbiamo dedicato alla memoria di Valentina Pedicini, regista e documentarista che presentò alle Giornate il suo primo lavoro di finzione, ospita la programmazione delle Notti Veneziane, una sezione non competitiva che calendarizza ogni sera un film italiano. Il programma è molto eclettico; ci sono film sperimentali accanto a film più produttivamente robusti, documentari di archivio, documentari di osservazione, commedie e film serissimi.

Giornate sempre più aperte all’animazione: il film dei fratelli Quay è una vera chicca per intenditori. Come siete entrati in contatto con loro?
Stephen e Timothy Quay hanno realizzato solo tre lungometraggi, ma sono comunque considerati maestri nella storia del cinema, quindi non era affatto scontato che accettassero di partecipare. Con grande umiltà e voglia di mettersi in gioco ci hanno invece regalato questo film onirico e davvero sorprendente, Sanatorium Under the Sign of the Hourglass, tratto da un racconto dell’autore polacco Bruno Schulz, girato a quasi vent’anni di distanza dal loro lavoro precedente. Hanno esercitato una grande influenza su un maestro come Terry Gilliam, e Christopher Nolan ha persino dedicato loro un documentario… Che dire? Un bellissimo regalo per il pubblico della Mostra.

Iza Kiszka Hoflik, The Quay Brothers, Lucie Conrad © Giornate degli Autori

Ci sono novità per il film Antikvariati, bloccato per una questione di copyright di sceneggiatura. Avremo modo di vederlo?
Antikvariati, secondo lavoro della regista georgiana Rusudan Glurjidze, è stato il primo film che abbiamo invitato. Parla di una storia d’amore ambientata nel 2006, quindi nell’anno in cui i russi hanno espulso illegalmente migliaia di georgiani dalla Russia. È un film che ha uno sfondo politico importante e che abbiamo amato per come sa dare risalto a storie personali ed emozionanti nel contesto della tragedia di un popolo. Abbiamo dovuto accogliere insieme alla Biennale un provvedimento che è venuto dal Tribunale di Venezia e che riguardava una questione di diritti sulla sceneggiatura del film. Abbiamo dovuto sospendere le prime due proiezioni per tutelare il più possibile il film e la regista. Per fortuna i nostri avvocati si sono attivati in tempo record per ottenere un nuovo provvedimento del Tribunale a tutela della libertà d’espressione di un’artista e ora siamo in grado di mantenere la terza proiezione, prevista il 6 settembre in Sala Perla alle 11, alla presenza dell’autrice.

Un commento sulla Giuria delle Giornate degli Autori di quest’anno…
È una giuria articolata, composta da dieci giovani professionisti del cinema europeo tra distributori, programmer, selezionatori, critici. Sono guidati dalla regista inglese Joanna Hogg, che ha girato film con Tilda Swinton e realizzato pellicole prodotte da Martin Scorsese. Per noi è un grande onore averla come presidente.

Immagine in evidenza: Gaia Furrer, Giornate degli Autori 2024, ph. Giulia Barini
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