La pratica di questa organizzazione di ricerca non-profit si fonda sul ripensare l’Intelligenza Artificiale come “macchina che ragiona”. Due gli obiettivi: da una parte sviluppare modelli tecnologici avanzati, dall’altra rendere la società capace di occuparsi dei “problemi intrattabili”. L’approccio nello sviluppo della tecnologia si fonda quindi non tanto sull’elaborazione di pattern a partire da enormi quantità di dati, quanto piuttosto sull’ipotesi di Bayes, cioè sul far funzionare la macchina attraverso l’abduzione, lo stesso processo di ragionamento utilizzato dall’uomo, tenendo conto delle probabilità che qualcosa accada per davvero. Nei progetti di city making la modellizzazione urbana è frutto di continue interazioni tra stakeholders ed esperti e la rappresentazione è il cuore del dialogo. Per questo durante la Biennale, Zenna Tavares collabora con il fratello Kibwe, fondatore di Factory Fifteen, un “architectural animation studio” che lavora all’intersezione tra narrazione, architettura e nuove tecnologie, con il quale si confronta sull’idea di futuro entro una dimensione sci-fi.