A volte ritornano. E sorprendono. Ancora e ancora. Parola di Beetlejuice, lo spiritello porcello evocato da Tim Burton e rievocato dopo 36 anni per aprire l’81. Mostra. E parola di Alberto Barbera, che, con all’attivo ben sedici “apparizioni” e conferme di “rievocazioni” almeno fino al 2026, si palesa come il vero spirito della Mostra, il direttore più longevo della storia del festival più antico al mondo. Ed è un colpo di genio, un lustro e ormai un marchio per la Mostra, che mai è stata così prolifica di scoperte e consacrazioni come nell’era barberiana. Sul tappeto rosso per Beetlejuice Beetlejuice, apertura felice ed apotropaica di una selezione che anche quest’anno appare ampia e ricchissima d’arte e di divi, sfileranno i ritornanti Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara, insieme a Willem Dafoe (fresco di nomina a direttore di Biennale Teatro), Monica Bellucci e alla star di Mercoledì Jenna Ortega.
Apre Orizzonti, la selezione più di ricerca della Mostra, il secondo lavoro dietro la macchina da presa di Valerio Mastandrea, Nonostante. Con l’attore e regista romano, alle prese con una storia forte e «profondamente personale», l’argentina Dolores Fonzi e due attori dalla forte impronta teatrale, Giorgio Montanini e Lino Musella. Al via oggi anche le Giornate degli Autori, sezione autonoma diretta da Gaia Furrer. Due i film in programma: Coppia aperta quasi spalancata di Federica Di Giacomo, documentario ispirato al testo di Dario Fo e Franca Rame che riflette sul senso della coppia tra tra monogamia e poliamore, e Super Happy Forever del giapponese Kohei Igarashi, che di una storia d’amore filma invece il prima e il dopo. Si ride, si riflette, si ama, qui al Lido. E si ritorna. Si ritorna. Si ritorna…
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