Joker: Folie à deux_Todd Phillips riscopre il “musicarello” e realizza un film basandosi esclusivamente sull’elemento musicale. Mentre Brady Corbet trasforma la colonna sonora in un “corpo” antagonista alle immagini, mentre Iglesias con Almodóvar fa della colonna sonora un elemento di indagine psicologica del rimosso del film, Phillips compie un’operazione ancora più rischiosa, più estrema, e realizza un musical senza danza che fa dei momenti musicali l’elemento dello snodo narrativo del film. Senza remissione, un pezzo dopo l’altro, che sia la musica originale di Hildur Guðnadóttir, sempre straniante e pulsante di una vena malata, oppure le cover di canzoni famose del Grande Quaderno Americano che vengono cantate nella narrazione “reale” del film, o invece quelle che rappresentano i numerosi momenti di esaltazione delle visioni psicotiche di Joker (e sono quelle con Lady Gaga, soprattutto). Tre forme musicali, tre linee narrative che s’incastrano continuamente tra loro e danno vita al corpo del film. Questo grande sintomo della depressione dell’Occidente.
Due anni dopo aver ucciso in diretta televisiva Murray Franklin e aver cavalcato l’onda di una città in piena guerra civile, Arthur Fleck è rinchiuso nel manicomio criminale di Arkham, ancora preda dei suoi deliri. Qui incontra l’amore della sua vita, Harleen Frances Qui...