Alfonso Cuarón

di Cesare Stradaioli
  • venerdì, 30 agosto 2024

Un altro gradito ritorno al Lido. Rientrato in patria dopo la formativa esperienza statunitense, Alfonso Cuarón realizza Y tu mamá también, quello che nei suoi progetti doveva essere, come poi fu, il primo road movie messicano e che proprio alla Mostra del 2001 ricevette ben due riconoscimenti, alla sceneggiatura e al cast.
A Venezia manca dal 2018, data peraltro del suo ultimo film, il portentoso Roma, splendido affresco b/n della società in cui era cresciuto attorno al 1970, Leone d’Oro praticamente assegnato già dalla seconda giornata di proiezioni, quest’anno Cuarón è al Lido con Disclaimer, lavoro televisivo con Cate Blanchett e Kevin Kline.
Autore piuttosto poco prolifico, deve la definitiva consacrazione a Gravity del 2013, un film che gli era stato sconsigliato di fare e al quale si era avvicinato non con la massima convinzione; d’altronde, la prospettiva di realizzare un film avendo nel cast George Clooney e Sandra Bullock, pur con tutte le incognite connesse al fatto di avere a che fare con due star affermate, costituiva sicuramente una sfida affascinante.
Il ‘problema’, se così si può dire, stava nella circostanza per la quale il cast – come non sanno i pochi che non l’hanno visto – è ‘solo’ quello, cioè un film con solo due attori, uno dei quali se ne va anche piuttosto in fretta, avendosi così in definitiva un one woman show tutto sulle spalle di Sandra Bullock, al suo massimo recitativo. Sette Oscar, tra cui miglior regia, e via andare.
Sarà forse per questo che Cuarón sentì l’esigenza di un film corale, quale appunto è Roma, dove vite e destini si intrecciano in un percorso narrativo e visivo che è una vera e propria gioia per gli occhi e che gli portò altre tre statuette, mettendolo assieme a Guillermo del Toro e Alejandro González Iñárritu a capo di quello che a buona ragione può essere definito il Nuovo Cinema Messicano, che nelle figure di questi registi ha trovato particolari caratterizzazioni e soluzioni del tutto originali, non solo nel panorama nazionale, bensì mondiale.

DISCLAIMER (ep. 5-7)

disclaimer-alfonso-cuaron

Dall’omonimo romanzo del 2015 di Renée Knight, la serie segue le vicende dell’acclamata giornalista televisiva Catherine Ravenscroft (Blanchett), che ha costruito la sua reputazione rivelando i misfatti e le trasgressioni degli altri, senza immaginare che si sarebbe mai r...

LEGGI
Alfonso's Five
Y tu mamá también
(2001)

Si macinano chilometri su strada e nella vita, per due ragazzi e una ragazza alle prese con la più intima conoscenza di sé stessi.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
(2004)

Terzo episodio della saga stilisticamente memorabile, un gioiello d’autore che si incastra alla perfezione nel corpus narrativo di J.K. Rowling.

I figli degli uomini
(2006)

La fantascienza distopica tratta dal libro di P. D. James passa da Venezia, dove Cuarón si conferma regista dallo sguardo acuto e profetico.

Gravity
(2013)

La consacrazione dell’Academy arriva perentoria e lo raggiunge fin nello spazio, premiandolo come regista arrivato alla massima maturazione narrativa.

Roma
(2018)

In Concorso a Venezia, la conferma di trovarsi di fronte ad un fuoriclasse, che dopo aver scrutato il cielo fa lo stesso con i propri ricordi più intimi.

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